Daniele Gilli è il proprietario di un ristorante leggendario a Torino, il Monferrato. Una tappa obbligata per chi passa in città, anche per un motivo “extra-alimentare”: Gilli possiede una collezione importantissima di menu storici di ristoranti italiani, che spaziano dal diciannovesimo secolo a tutto il secolo scorso.
La sua particolarissima passione merita di essere copiata, e perciò, in questo nuovo articolo di approfondimento, vogliamo invitare i foodie e – più in generale – tutti gli appassionati di ristorazione e hospitality a iniziare una collezione analoga: un’idea diversa per documentare il proprio interesse insieme a una mappatura dei luoghi validi dove si è pasteggiato. Non vi pare?
Collezione di menu: le difficoltà
Non che abbiamo pensato agli oggettivi ostacoli che potrebbero manifestarsi per un neo-collezionista. Il primo? Dall’esplosione del Covid in avanti è sempre più frequente imbattersi in menu digitali, col timore che quelli cartacei possano essere anti-igienici. Come si risolve? In realtà proprio perché i menu fisici sono stati conservati fino a nuovo ordine, dovrebbe esservi più facile chiedere ai titolari dei locali se ne abbiano uno da regalarvi. Dopotutto, non li stanno più usando!
Un altro possibile problema per chi vorrebbe iniziare una raccolta di menu è che il signor Gilli, in quel di Milano, ha avuto anni per dedicarsi a questo hobby e ha avuto modo di recuperare esemplari storici. I mercatini dell’usato, i rigattieri o gli antiquari, tuttavia, potrebbero avere delle sorprese per voi, quindi vi invitiamo a non trascurare di visitare questi luoghi. E, magari, a spargere la voce fra amici e parenti che potrebbero aver conservato dei menu come souvenir di un pasto particolarmente memorabile!
Come conservare i menu della vostra collezione
Una volta recuperati dei menu, qual è la maniera migliore di conservarli ed esporli per chi volesse vederli? È ovvio che sfogliarli e maneggiarli di continuo potrebbe rovinarli. Così come ricoprirli con una cover adesiva, come si fa con i libri di scuola: sarebbe un errore!
L’alternativa è un classificatore con le pagine trasparenti, così da poter vedere sia il fronte che il retro di ogni menu, ma non è una soluzione di particolare pregio. Il nostro suggerimento è di optare per delle cornici personalizzabili e di varie misure, dove potranno trovare posto i menu più minimal e dalle dimensioni più ridotte. L’idea in più? Appendiamole in bella vista, ad altezze alternate, nelle nostre cucine: ci daranno qualche suggerimento per nuove ricette, e saranno un modo diverso di arredare uno spazio in maniera originale.
Il valore di una collezione unica
Non possiamo valutare a quanto potrebbe essere venduta una collezione di menu: si tratta di una passione ancora poco diffusa. Al di là però del valore monetario, vogliamo sottolineare l’importanza culturale e sociale di questa attività.
Raccogliere menu, soprattutto di qualche decennio fa, racconta bene, infatti, come si siano evoluti i gusti degli italiani, come abbiano risposto alle mode in campo alimentare e come si siano “sprovincializzati”. Per di più, sono documenti importanti che raccontano una nazione che non c’è più: meglio di un libro di storia!