Fin qui ci siamo occupati di eccellenza nel settore ristorazione e hospitality affrontando due discorsi ugualmente importanti, vale a dire come riconoscere le recensioni esagerate e come, invece, trovarne di valide.
In questo nuovo articolo ci occupiamo di un aspetto altrettanto cruciale: come si scoprono i nuovi ristoranti eventualmente in odore di stella Michelin (o di forchetta del Gambero Rosso)? Che cosa attira l’attenzione degli esperti del settore e cosa li porta a studiare le nuove aperture, premiandole magari con un riconoscimento importante?
Occhio alla stampa specializzata
Come succede per il mondo della musica, del cinema, dei libri, ovviamente anche il mondo della ristorazione ha la sua stampa specializzata.
Non parliamo necessariamente di riviste con le ricette, ma di siti (ormai la maggioranza) dedicati al settore: qui ci si occupa di raccontare gli investimenti delle aziende (sì, ci sono aziende che gestiscono ristoranti, esattamente come gli alberghi!), di imprenditori o semplicemente di personaggi famosi che decidono di aprire un locale.
Questi portali fanno un lavoro impressionante: dai loro articoli sui lavori in corso o sulle prossime aperture si può iniziare a farsi una cultura sui nomi degli chef più di moda, sulle tendenze in fatto di tecniche di preparazione del cibo o sui quartieri di tendenza.
Nulla viene lasciato al caso: in una nuova apertura si osserva e documenta tutto, dai tappeti persiani in stile classico che arredano il locale al tipo di clientela: leggendo un numero sufficiente di pezzi di questo tipo diventa possibile anticipare le mode e capire quali progetti avranno successo e quali no.
Articoli che, pubblicati da testate come Scatti di Gusto, Dissapore o Puntarella Rossa (solo per citarne alcuni, e non ce ne vogliano gli altri) sono preziosissimi. Grazie a loro si può infatti finire con lo scoprire un locale che nel giro di poche settimane diventerà off limits a chi non prenoterà con larghissimo anticipo.
Le fiere e i festival
Un altro ruolo importante lo svolgono gli eventi dal vivo. Un appuntamento molto noto come “Taste of Rome”, che si svolge (come si intuisce dal nome!) nella Capitale ha una struttura intelligente che prevede il coinvolgimento di chef di grido che cucinano a prezzi calmierati, lontani da quelli dei propri menu.
Anche questi festival sono tappe obbligate se si ama questo mondo: permettono di addentrarsi nel mondo di alcuni protagonisti della cucina senza doversi svenare. E c’è la possibilità di incontrare da vicino alcuni di essi, imparando ad apprezzare anche il discorso culturale che sta dietro all’azione di cucinare – così si ottiene un quadro a 360 gradi che permette di comprendere meglio progetti di ristorazione e loro protagonisti.